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Ciao, sono Beatrice
Partiamo oggi in Toscana.
Immaginatevi in un piccolo teatro imbottito di velluto rosso… in mezzo alla la truppa della Commedia dell’arte, nasce un giorno un piccolo personaggio, che presto tormenterà la coscienza di tutti il bambini del mondo…
Il libro che vorrei aprire è quello della mia infanzia… anzi, il libro di tante infanzie, perché parla di un burattino di legno chiamato Pinocchio.
Questa storia è stata scritta nel 1881 da Carlo Lorenzini, nato a Firenze. I suoi genitori servono una famiglia fiorentina tra le più ricche del paese. Non hanno tempo per il piccolo Carlo. Lo mandano dal suo zio, nel paesino di Collodi, ai piedi delle montagne pistoiesi. In omaggio alla sua infanzia, Carlo Lorenzini ha scelto di farsi chiamare Carlo Collodi.
Ecco a voi la prima pagina del suo libro Pinocchio :
C’era una volta… “Un re!” diranno subito i miei piccoli lettori.
No, ragazzi, avete sbagliato. C’era una volta un pezzo di legno.
Non era un legno di lusso, ma un semplice pezzo da catasta, di quelli che d’inverno si mettono nelle stufe e nei caminetti per accendere il fuoco e per riscaldare le stanze.Non so come andasse, ma il fatto gli è che un bel giorno questo pezzo di legno capitò nella bottega di un vecchio falegname, il quale aveva nome mastr’Antonio, se non che tutti lo chiamavano maestro Ciliegia, per via della punta del suo naso, che era sempre lustra e paonazza, come una ciliegia matura.
Sapevate che Carlo Collodi diceva a tutti che non sopportava i bambini ?
La sua storia è questa : Carlo Collodi è un giornalista specializzato nel campo del teatro.
Ha un piccolo difetto : è un gran giocatore ! E presto quindi diventa un gran debitore !
Per rimborsare i suoi debiti, un amico editore gli propone di scrivere storielline per la sua rivista intitolata « Il giornale dei bambini ».
Carlo ha quasi 50 anni quando, a malapena, inventa il suo personaggio di Pinoccchio.
Chiaramente, Carlo Collodi, che non sopportava i bimbi (come si dice in Toscana) non avrebbe mai pensato avere cosi tanto successo !
A proposito del nome di Pinocchio : sapete da dove viene ?
All’inizio, Carlo Collodi, giornalista per il teatro, e amante della Commedia dell’arte, voleva chiamarlo Arlecchino, o Fantoccio, o Stenterello… Ha scelto finalmente di dargli un nome più personale : Pinocchio viene da “pinolo”, parola toscana per “pignolo”, frutto del pino… e già si ritrovano in questo nome i paesaggi toscani : il lungo mare coperto di pinete.
Forse ci sarebbe anche un’altra ragione : nella parola Pinocchio, c’è « occhio ». Perché,
mentre Geppetto scolpisce il burattino, si rende conto che il pezzo di legno lo sta guardando con i suoi piccoli occhi neri proprio fatti come pinoli !
E per creare il personaggio della fata turchina, sapete chi ha ispirato il nostro autore ?
Una donna francese che affascinava il nostro autore. Il suo nome : George Sand. Commencer à baisser la musique pour arriver au silence avant la dernière phrase du chapitre… Carlo Collodi l’ammirava per il suo senso della libertà, la sua forza di carattere. Era femminista ed amava l’Italia, ha difeso con passione la causa italiana. Con Carlo, hanno scambiato tante lettere e alla fine è proprio diventata sua amica. Un libro uscito nel 2003, intitolato Le secret de Pinocchio, firmato da Jean Perrot ci rivela questa bella relazione.
Alla fine vorrei parlare di tutti i film che Pinocchio ha ispirato :
Avete riconosciuto la Colonna sonora degli episodi televisivi realizzati da Comencini, nel 1972 per la RAI. Una serie di 6 episodi dove la bellissima Gina Lollobrigida è la fata turchina.
Molti anni prima, nel 1940, Walt Disney propone il suo cartone animato, memorabile, anche se completamente re-interpretato rispetto alla storia originale.
Ricordiamo anche gli ultimi film di Pinocchio usciti al cinema : nel 2002 quello realizzato da Roberto Benigni, e nel 2020, quello di Marco Garrone…
C’è un altro film famoso, firmato da Steven Spielberg nel 2001, intitolato I.A. (Intelligenza artificiale). À partir d’ici on pourrait baisser lentement la musique jusqu’au silence quand je pose les questions… Non si chiama Pinocchio, ed è piuttosto un film di fantascienza. Ma esplora proprio la tematica del libro di Carlo Collodi : nel film, il burrattino di legno è un bambino artificiale, una sorta di robot dotato di vita ed emozioni… Di pari passo con Collodi, Spielberg ci chiede : Dove finisce e dove inizia l’umanità nelle creazioni del’uomo ? Dov’è l’anima ? Come fa un bambino per diventare non diciamo « buono » ma diciamo per diventare « uomo » ?
Se volete approfondire tutte queste tematiche intorno a Pinocchio, ritrovare estratti del libro, ritrovare Pinocchio al cinema, al teatro, ritrovare anche tutti i disegni che hanno rappresentato il burattino, dal 1881 fino ad oggi, vi invito ad ascoltare il podcast (in francese) che gli ho consacrato, e prolungare il viaggio sulla pagina del mio sito intitolato « Tout avec presque rien », « Tutto con quasi niente ».
Ci sentiamo presto !
Trova altri dettagli sulla pagina del podcast in francese
Musiche utilizzate nel nostro podcast
- La canzone di Pinocchio di Nicola Piovani, estratto dal film di Roberto Benigni
- When you wish upon a star, di Cliff Edwards, estratto dal film di Walt Disney
- Pinocchio, di Fiorenzo Carpi, estratto dalla serie televisiva di Carlo Comencini
Le musiche che aprono e chiudono il nostro podcast sono scritte e interpretate da Alex Pardossi